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Rocefin -

In questo articolo troverai:

    RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO



    1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE


    Rocefin 1 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso.


    2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA


    Rocefin 1g /10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso


    Ciascun flaconcino contiene 1 g di ceftriaxone come ceftriaxone sodico.

    Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


    3. FORMA FARMACEUTICA


    Polvere e solvente per soluzione iniettabile
    Polvere: polvere cristallina di colore da bianco a giallognolo-arancio.
    Solvente: soluzione limpida e incolore.


    4. INFORMAZIONI CLINICHE


    4.1 Indicazioni terapeutiche


    Rocefin è indicato nel trattamento delle seguenti infezioni negli adulti e nei bambini, inclusi i neonati a termine (dalla nascita):


    Meningite batterica.
    Polmonite acquisita in comunità.
    Polmonite acquisita in ospedale.
    Otite media acuta.
    Infezioni intraddominali.
    Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite).
    Infezioni delle ossa e delle articolazioni.
    Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli.
    Gonorrea.
    Sifilide.
    Endocardite batterica.

     

    Rocefin può essere impiegato:


    Nel trattamento di esacerbazioni acute della broncopneumopatia cronica ostruttiva negli adulti.
    Nel trattamento di Borreliosi di Lyme disseminata (precoce (stadio II) e tardiva (stadio III)) negli adulti e nei bambini inclusi i neonati da 15 giorni di vita.
    Nella profilassi pre-operatoria delle infezioni del sito chirurgico.
    Nel trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica.
    Nel trattamento di pazienti affetti da batteriemia che si manifesta in associazione a, o presumibilmente associata a, una qualsiasi delle infezioni sopra menzionate.
    Rocefin deve essere somministrato insieme ad altri agenti antibatterici laddove la possibile gamma di batteri causali non rientri nel suo spettro d’azione (vedere paragrafo 4.4).
    Fare riferimento alle linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli antibatterici.

     

    4.2 Posologia e modo di somministrazione



    Posologia


    La dose varia in base alla gravità, al livello di sensibilità, al sito e al tipo d’infezione, all’età e alla funzionalità epato-renale del paziente.
    Le dosi raccomandate nelle tabelle seguenti sono le dosi generalmente raccomandate in queste indicazioni. In casi particolarmente gravi, devono essere prese in considerazione dosi che rientrano tra i valori massimi dell'intervallo raccomandato.

     

    Adulti e bambini al di sopra di 12 anni di età (≥ 50 kg)

     

    Dosaggio di
    ceftriaxone*

    Frequenza del
    trattamento**

    Indicazioni

    1-2 g

    Una volta al
    giorno

    Polmonite acquisita in comunità

    Esacerbazioni acute della broncopneumopatia cronica
    ostruttiva

    Infezioni intraddominali

    Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la
    pielonefrite)

    2 g

    Una volta al
    giorno

    Polmonite acquisita in ospedale

    Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli

    Infezioni delle ossa e delle articolazioni

    2-4 g

    Una volta al
    giorno

    Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica

    Endocardite batterica

    Meningite batterica

     

    * Nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell'intervallo di dose raccomandata.
    ** Nel caso di somministrazione a dosaggi superiori a 2 g al giorno, può essere considerata la somministrazione due volte al giorno (ogni 12 ore).


    Indicazioni per gli adulti e i bambini al di sopra di 12 anni di età (≥ 50 kg) che richiedono specifici schemi posologici



    Otite media acuta


    Può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Rocefin 1-2 g. Dati limitati suggeriscono che in caso di pazienti gravemente malati o in caso di fallimento della precedente terapia, Rocefin può risultare efficace quando somministrato per via intramuscolare alla dose giornaliera di 1-2 g per 3 giorni.

     

    Profilassi pre-operatoria delle infezioni del sito chirurgico


    2 g in singola somministrazione preoperatoria.

     

    Gonorrea


    500 mg somministrati come dose singola intramuscolare.

     

    Sifilide


    Le dosi generalmente raccomandate sono 500 mg-1 g una volta al giorno, da aumentare a 2 g una volta al giorno per la neurosifilide, per 10-14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati limitati. Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali.

     

    Borreliosi di Lyme disseminata (precoce [stadio II] e tardiva [stadio III])

    2 g una volta al giorno per 14-21 giorni. La durata raccomandata del trattamento è variabile e occorre fare riferimento alle linee guida nazionali o locali.

     

    Popolazione pediatrica


    Neonati, lattanti e bambini da 15 giorni di vita a 12 anni di età (< 50 kg)


    Ai bambini di peso corporeo pari o superiore a 50 kg deve essere somministrato il dosaggio abituale degli adulti.

    Dosaggio di
    ceftriaxone*

    Frequenza del
    trattamento**

    Indicazioni

    50-80 mg/kg

    Una volta al
    giorno

    Infezioni intraddominali

    Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la pielonefrite)

    Polmonite acquisita in comunità

    Polmonite acquisita in ospedale

    50-100 mg/kg
    (max 4 g)

    Una volta al
    giorno

    Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli

    Infezioni delle ossa e delle articolazioni

    Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in
    cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica

    80-100 mg/kg
    (max 4 g)

    Una volta al
    giorno

    Meningite batterica

    100 mg/kg (max
    4 g)

    Una volta al
    giorno

    Endocardite batterica

     

    * Nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell'intervallo di dose raccomandata.
    ** Nel caso di somministrazione a dosaggi superiori a 2g al giorno, può essere considerata la somministrazione due volte al giorno (ogni 12 ore).

     

    Indicazioni per i neonati, i lattanti e i bambini da 15 giorni di vita a 12 anni (<50 kg) che richiedono specifici schemi posologici



    Otite media acuta


    Per il trattamento iniziale dell’otite media acuta può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Rocefin 50 mg/kg. Dati limitati suggeriscono che in caso di bambini gravemente malati o in caso di fallimento della terapia iniziale, Rocefin può risultare efficace quando
    somministrato per via intramuscolare alla dose giornaliera di 50 mg/kg per 3 giorni.

     

    Profilassi pre-operatoria delle infezioni del sito chirurgico


    50-80 mg/kg in singola somministrazione preoperatoria.

     

    Sifilide


    Le dosi generalmente raccomandate sono 75-100 mg/kg (max 4 g) una volta al giorno per 10-14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati molto limitati. Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali.

     

    Borreliosi di Lyme disseminata (precoce [stadio II] e tardiva [stadio III])


    50-80 mg/kg una volta al giorno per 14-21 giorni. La durata raccomandata del trattamento è variabile e occorre fare riferimento alle linee guida nazionali o locali.

     


    Neonati da 0 a 14 giorni di vita


    Rocefin è controindicato nei neonati prematuri fino a un’età post-mestruale di 41 settimane (età gestazionale + età cronologica).

    Dosaggio di
    ceftriaxone*

    Frequenza del
    trattamento

    Indicazioni

    20-50 mg/kg

    Una volta al
    giorno

    Infezioni intraddominali

    Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli

    Infezioni complicate delle vie urinarie (inclusa la
    pielonefrite)

    Polmonite acquisita in comunità

    Polmonite acquisita in ospedale

    Infezioni delle ossa e delle articolazioni

    Trattamento di pazienti neutropenici con febbre in
    cui si sospetta la presenza di un’infezione batterica

    50 mg/kg

    Una volta al
    giorno

    Meningite batterica

    Endocardite batterica

     

    * Nella batteriemia documentata devono essere presi in considerazione i valori massimi dell'intervallo di dose raccomandata.
    Non si deve eccedere la dose massima giornaliera di 50 mg/Kg.

     

    Indicazioni per i neonati di 0-14 giorni di vita che necessitano di specifici schemi posologici



    Otite media acuta


    Per il trattamento iniziale dell’otite media acuta può essere somministrata una dose singola intramuscolare di Rocefin 50 mg/kg.

     

    Profilassi pre-operatoria delle infezioni del sito chirurgico


    20-50 mg/kg in singola somministrazione preoperatoria.

     

    Sifilide


    La dose generalmente raccomandata è 50 mg/kg una volta al giorno per 10-14 giorni. Le raccomandazioni sulla dose in caso di sifilide, neurosifilide inclusa, si basano su dati molto limitati.
    Fare riferimento alle linee guida nazionali o locali.

     

    Durata della terapia


    La durata della terapia varia in relazione al decorso della malattia. Come per altre terapie antibiotiche, il trattamento con ceftriaxone deve essere continuato per 48-72 ore dopo lo sfebbramento del paziente o dopo la dimostrazione di eradicazione batterica.

     

    Pazienti anziani


    I dosaggi raccomandati per gli adulti non richiedono alcuna correzione nei pazienti anziani, a condizione che la funzionalità renale ed epatica sia soddisfacente.

     

    Pazienti con alterazione della funzionalità epatica


    Secondo i dati disponibili, in caso di alterazione della funzionalità epatica da lieve a moderata non vi è la necessità di correggere la dose, a condizione che la funzionalità renale non sia compromessa.
    Non vi sono dati provenienti da studi condotti su pazienti con grave alterazione della funzionalità epatica (vedere paragrafo 5.2).

     

    Pazienti con alterazione della funzionalità renale


    Nei pazienti con alterazione della funzionalità renale, non è necessario ridurre il dosaggio di ceftriaxone qualora la funzionalità epatica non sia compromessa. Soltanto in caso di insufficienza renale preterminale (clearance della creatinina < 10 ml/min) il dosaggio di ceftriaxone non deve
    superare i 2 g al giorno.
    Nei pazienti in dialisi non è richiesta una somministrazione supplementare dopo la dialisi. Ceftriaxone non viene rimosso durante il processo di dialisi peritoneale o emodialisi. Si consiglia un attento monitoraggio clinico della sicurezza e dell’efficacia.

     

    Pazienti con grave alterazione della funzionalità epatica e renale


    Nei pazienti che presentano un’alterazione sia della funzionalità renale sia della funzionalità epatica, si consiglia un attento monitoraggio clinico della sicurezza e dell’efficacia.

     

    Modo di somministrazione


    Rocefin può essere somministrato mediante infusione endovenosa della durata di almeno 30 minuti (via di somministrazione preferenziale) o mediante iniezione endovenosa lenta della durata di 5 minuti. L’iniezione endovena intermittente deve essere effettuata nell’arco di 5 minuti preferibilmente nelle grandi vene. Dosi endovena di 50 mg/kg o più nei bambini fino a 12 anni devono essere somministrate mediante infusione. Nei neonati, per ridurre il potenziale rischio di encefalopatia da bilirubina, le dosi endovena si devono somministrare nell’arco di 60 minuti (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). Le iniezioni intramuscolari devono essere effettuate quando non risulti possibile praticare la via endovenosa o nel caso in cui questa fosse la meno appropriata per il paziente. Per somministrazioni a dosi superiori a 2 g deve essere utilizzata la via di somministrazione endovenosa.
    Ceftriaxone è controindicato nei neonati (≤ 28 giorni) che necessitano (o che presumibilmente necessiteranno) del trattamento con soluzioni endovenose contenenti calcio, incluse infusioni continue contenenti calcio, per esempio per la nutrizione parenterale, in considerazione del rischio di formazione di precipitato di calcio-ceftriaxone (vedere paragrafo 4.3).
    I diluenti contenenti calcio (quali soluzione di Ringer o di Hartmann) non devono essere utilizzati per ricostituire i flaconcini di ceftriaxone o per diluire ulteriormente un flaconcino ricostituito per la
    somministrazione endovenosa poiché può formarsi del precipitato. La precipitazione di calcio-ceftriaxone può verificarsi anche quando ceftriaxone viene miscelato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione endovenosa. Pertanto, ceftriaxone non deve essere miscelato, né somministrato in concomitanza, con soluzioni contenenti calcio (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 6.2).
    Per la profilassi pre-operatoria delle infezioni nel sito operatorio, ceftriaxone deve essere somministrato 30-90 minuti prima dell’intervento chirurgico.
    Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

     

    4.3 Controindicazioni


    Ipersensibilità a ceftriaxone, a qualsiasi altra cefalosporina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
    Gravi reazioni di ipersensibilità nell’anamnesi (es. reazioni anafilattiche) a qualsiasi altro tipo di agente antibatterico beta-lattamico (penicilline, monobattamici e carbapenemi).

     

    Ceftriaxone è controindicato in caso di:


    Neonati prematuri fino a un’età post-mestruale di 41 settimane (età gestazionale + età cronologica)* Neonati a termine (fino a 28 giorni di vita):

    • con iperbilirubinemia, ittero oppure ipoalbuminemia o acidosi poiché in tali patologie è probabile che il legame della bilirubina venga compromesso*;
    • se necessitano (o è verosimile che necessitino) di un trattamento con calcio per via endovenosa oppure di infusioni contenenti calcio, per il rischio di precipitazione del sale di calcio-ceftriaxone (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 6.2).

    * Studi condotti in vitro hanno dimostrato che ceftriaxone può spiazzare la bilirubina dai suoi siti di legame con l’albumina sierica, ed è possibile che in questi pazienti si sviluppi un’encefalopatia da bilirubina.
    Prima di somministrare un’iniezione intramuscolare di ceftriaxone con una soluzione di lidocaina come solvente, si deve escludere la presenza di controindicazioni alla lidocaina (vedere paragrafo 4.4).
    Vedere le informazioni contenute nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto della lidocaina, in special modo le controindicazioni.
    Le soluzioni di ceftriaxone contenenti lidocaina non devono mai essere somministrate per via endovenosa.

     

    4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d'impiego



    Reazioni di ipersensibilità


    Come con tutti gli agenti antibatterici beta-lattamici, sono state riferite reazioni di ipersensibilità gravi e talora fatali (vedere paragrafo 4.8). In caso di gravi reazioni di ipersensibilità, il trattamento con ceftriaxone deve essere interrotto immediatamente e si devono istituire adeguate misure di emergenza.
    Prima di iniziare il trattamento, si deve stabilire se il paziente presenti una storia di gravi reazioni di ipersensibilità a ceftriaxone, ad altre cefalosporine o a un qualsiasi altro tipo di agenti beta-lattamici.
    Occorre esercitare la debita cautela nel somministrare ceftriaxone a pazienti con anamnesi di ipersensibilità non grave ad altri agenti beta-lattamici.
    Gravi reazioni cutanee (sindrome di Stevens-Johnson o sindrome di Lyell/necrolisi epidermica tossica e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)), che possono essere potenzialmente letali o letali, sono state osservate in associazione al trattamento con ceftriaxone; la frequenza di tali eventi non è tuttavia nota (vedere paragrafo 4.8).

     

    Interazione con altri prodotti contenenti calcio


    Sono stati descritti casi di reazioni fatali con precipitati di calcio-ceftriaxone nei polmoni e nei reni in neonati prematuri e in nati a termine di meno di un mese di vita. Almeno uno di loro aveva ricevuto ceftriaxone e calcio in momenti diversi e mediante linee endovenose diverse. Nei dati scientifici disponibili non vi sono segnalazioni di precipitati endovascolari confermati in pazienti, che non fossero neonati, trattati con ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio o qualsiasi altro prodotto contenente calcio. Gli studi in vitro hanno dimostrato che i neonati presentano un rischio maggiore di precipitazione di calcio-ceftriaxone rispetto ad altri gruppi di età.
    In pazienti di qualsiasi età ceftriaxone non deve essere miscelato, né somministrato in concomitanza, con soluzioni endovenose contenenti calcio, nemmeno mediante linee di infusione diverse o in siti di infusione diversi. Tuttavia, in pazienti di più di 28 giorni di vita, ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati sequenzialmente uno dopo l’altro a condizione che si utilizzino linee di infusione in punti diversi o che le linee di infusione siano sostituite o lavate bene con una soluzione salina fisiologica tra le due infusioni per evitare la formazione di precipitati. Nei pazienti che necessitano di un’infusione continua con soluzioni per la nutrizione parenterale totale (TPN) contenenti calcio, gli operatori sanitari possono valutare l’utilizzo di trattamenti antibatterici alternativi che non comportino un simile rischio di precipitazione. Se l’uso di ceftriaxone è ritenuto necessario in pazienti che necessitano di una nutrizione continua, le soluzioni TPN e ceftriaxone possono essere somministrati simultaneamente, ma mediante linee di infusione diverse e in siti di infusione diversi. In alternativa, è possibile interrompere l’infusione della soluzione TPN per il periodo necessario all’infusione di ceftriaxone, lavando le linee di infusione tra la somministrazione di una soluzione e l’altra (vedere paragrafi 4.3, 4.8, 5.2 e 6.2).

     

    Popolazione pediatrica


    La sicurezza e l’efficacia di Rocefin nei neonati, nei lattanti e nei bambini sono state stabilite per i dosaggi riportati nel paragrafo “Posologia e modo di somministrazione” (vedere paragrafo 4.2). Gli studi condotti hanno dimostrato che ceftriaxone, come alcune altre cefalosporine, può spiazzare la bilirubina dai suoi siti di legame con l’albumina sierica.
    Rocefin è controindicato sia nei neonati prematuri che nei neonati a termine a rischio di sviluppare encefalopatia da bilirubina (vedere paragrafo 4.3).

     

    Anemia emolitica immuno-mediata


    In pazienti trattati con antibatterici della classe delle cefalosporine, incluso Rocefin, è stata osservata un’anemia emolitica immuno-mediata (vedere paragrafo 4.8). Durante il trattamento con Rocefin, sia in adulti sia in bambini, sono stati riferiti gravi casi di anemia emolitica, tra cui casi fatali.
    Se un paziente sviluppa un’anemia durante la terapia con ceftriaxone, deve essere presa in considerazione la diagnosi di un’anemia associata alle cefalosporine e ceftriaxone deve essere interrotto fino alla determinazione dell’eziologia.

     

    Trattamento a lungo termine


    Durante il trattamento prolungato si deve eseguire un esame emocromocitometrico a intervalli regolari.

     

    Colite/Crescita eccessiva dei microorganismi non sensibili


    Con quasi tutti gli agenti antibatterici, incluso ceftriaxone, sono state riferite colite associata ad agenti antibatterici e colite pseudomembranosa; la gravità di tali affezioni può variare da lieve a potenzialmente letale. È pertanto importante prendere in considerazione questa diagnosi nei pazienti
    che presentano diarrea durante o dopo la somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8). Si devono valutare l’interruzione della terapia con ceftriaxone e la somministrazione di un trattamento specifico per il Clostridium difficile. Non devono essere somministrati medicinali che inibiscono la peristalsi.
    Come con altri agenti antibatterici, possono verificarsi superinfezioni causate da microorganismi non sensibili.

     

    Grave insufficienza renale ed epatica


    In caso di grave insufficienza renale ed epatica, si raccomanda un attento monitoraggio della sicurezza e dell’efficacia (vedere paragrafo 4.2).

     

    Interferenze con le analisi sierologiche


    Poiché Rocefin può determinare risultati falsi positivi, può verificarsi una interferenza con il test di Coombs. Rocefin può determinare anche risultati falsi positivi nei test della galattosemia (vedere paragrafo 4.8).
    I metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono dare risultati falsi positivi. La determinazione del livello di glucosio nell’urina durante la terapia con Rocefin deve essere eseguita con metodica enzimatica (vedere paragrafo 4.8).
    La presenza di ceftriaxone può falsamente sottostimare i valori glicemici rilevati con alcuni sistemi di monitoraggio della glicemia. Si prega di fare riferimento alle istruzioni per l'uso per ogni sistema. Se necessario devono essere utilizzati metodi di analisi alternativi.

     

    Sodio


    Questo medicinale contiene 85,4 mg di sodio per flaconcino da 1 g, equivalente al 4,3% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

     

    Spettro antibatterico


    Ceftriaxone ha uno spettro di attività antibatterica limitato e può non essere adatto all’uso in monoterapia per il trattamento di alcuni tipi di infezioni, a meno che il patogeno sia già stato confermato (vedere paragrafo 4.2). In caso di infezioni polimicrobiche in cui tra i patogeni sospetti vi siano organismi resistenti a ceftriaxone, si deve valutare la somministrazione di un antibiotico aggiuntivo.

     

    Uso della lidocaina


    Se si utilizza la lidocaina come solvente, le soluzioni di ceftriaxone devono essere somministrate esclusivamente mediante iniezione intramuscolare. Prima dell’uso devono essere prese in considerazione le controindicazioni alla lidocaina, le precauzioni e altri informazioni rilevanti illustrate nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto della lidocaina (vedere paragrafo 4.3). La
    soluzione di lidocaina non deve mai essere somministrata per via endovenosa.

     

    Litiasi biliare

    Quando si osservano ombre nelle ecografie, si deve valutare la possibilità di precipitati di calcio-ceftriaxone. Nel corso di ecografie della colecisti sono state rilevate delle ombre, scambiate per calcoli biliari; tale fenomeno si osserva con maggior frequenza a dosi di ceftriaxone pari e superiori a 1 g/die.
    Nella popolazione pediatrica occorre prestare particolare cautela. Tali precipitati scompaiono una volta interrotta la terapia con ceftriaxone. Raramente i precipitati di calcio-ceftriaxone si associano a sintomi. Nei casi sintomatici, si raccomanda una gestione conservativa non chirurgica e il medico deve valutare la possibilità di interrompere il trattamento con ceftriaxone sulla base di una specifica valutazione del rapporto beneficio/rischio (vedere paragrafo 4.8).

     

    Stasi biliare


    In pazienti trattati con Rocefin, sono stati riferiti casi di pancreatite, forse dovuta all’eziologia dell’ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.8). La maggior parte dei pazienti presentava fattori di rischio per stasi biliare e fango biliare, per es. precedente terapia maggiore, patologia grave e
    nutrizione parenterale totale. Non può essere escluso un ruolo di Rocefin quale agente o cofattore scatenante della precipitazione biliare.

     

    Litiasi renale


    Sono stati riferiti casi di litiasi renale reversibile con l’interruzione della somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8). Nei casi sintomatici, occorre eseguire un’ecografia. Il medico deve prendere in considerazione l’uso nei pazienti con un’anamnesi di litiasi renale o con ipercalciuria sulla base di una specifica valutazione del rapporto beneficio/rischio.

     

    Reazione di Jarisch-Herxheimer (JHR)


    Alcuni pazienti con infezioni da spirochete potrebbero manifestare una reazione di Jarisch- Herxheimer (JHR) poco dopo l’avvio del trattamento con ceftriaxone. La JHR è generalmente una condizione autolimitante o che può essere gestita mediante trattamento sintomatico. Se si manifesta
    questa reazione, il trattamento antibiotico non deve essere interrotto.

     

    Encefalopatia


    La comparsa dell’encefalopatia è stata osservata con l’uso di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8),
    soprattutto in pazienti anziani con compromissione renale severa (vedere paragrafo 4.2) o disturbi del sistema nervoso centrale. In caso di sospetta encefalopatia associata a ceftriaxone (ad es. diminuzione del livello di coscienza, alterazioni dello stato mentale, mioclono, convulsioni), si deve valutare la sospensione di ceftriaxone.

     

    4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione


    I diluenti contenenti calcio, quali soluzione di Ringer o di Hartmann, non devono essere utilizzati per ricostituire i flaconcini di Rocefin o per diluire ulteriormente un flaconcino ricostituito per la somministrazione endovenosa poiché può formarsi del precipitato. La precipitazione di calcio-
    ceftriaxone può verificarsi anche quando ceftriaxone viene miscelato con soluzioni contenenti calcio nella stessa linea di somministrazione endovenosa. Ceftriaxone non deve essere somministrato simultaneamente a soluzioni endovenose contenenti calcio, ivi comprese le infusioni continue contenenti calcio, quale la nutrizione parenterale mediante raccordo a Y. In pazienti non neonati, tuttavia, ceftriaxone e soluzioni contenenti calcio possono essere somministrati sequenzialmente a condizione che le linee di infusione siano lavate accuratamente con un liquido compatibile tra le due infusioni. Studi in vitro su plasma adulto e neonatale estratto dal sangue del cordone ombelicale hanno dimostrato che nei neonati il rischio di precipitazione di calcio-ceftriaxone è maggiore (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.4, 4.8 e 6.2).
    La somministrazione concomitante di anticoagulanti orali può aumentare l’effetto anticoagulante degli inibitori della vitamina-K e il rischio di sanguinamento. Si raccomanda di monitorare frequentemente l’International Normalised Ratio (INR) e di aggiustare la posologia del farmaco inibitore della vitamina-K sia durante che dopo il trattamento con ceftriaxone (vedere paragrafo 4.8).
    Vi sono evidenze contrastanti sul potenziale incremento della tossicità renale degli aminoglicosidi utilizzati con le cefalosporine. In questi casi, nella prassi clinica ci si deve attenere scrupolosamente al monitoraggio raccomandato dei livelli degli aminoglicosidi (e della funzionalità renale).
    In uno studio in vitro sono stati osservati effetti antagonistici con l’associazione di cloramfenicolo e ceftriaxone. La rilevanza clinica di questo effetto non è nota.
    Non sono state riferite interazioni tra ceftriaxone e prodotti contenenti calcio somministrati per via orale, né interazioni tra ceftriaxone per via intramuscolare e prodotti contenenti calcio (per via endovenosa o orale).
    Nei pazienti trattati con ceftriaxone, il test di Coombs può comportare risultati falsi positivi.
    Ceftriaxone, come altri antibiotici, può dare risultati falsi positivi nei test per la galattosemia.
    Analogamente, i metodi non enzimatici per la determinazione del glucosio nelle urine possono dare risultati falsi positivi. Per questa ragione, la determinazione del livello di glucosio nell’urina durante la terapia con ceftriaxone deve essere eseguita con metodica enzimatica.
    Non è stata osservata una compromissione della funzionalità renale dopo la somministrazione concomitante di dosi elevate di ceftriaxone e potenti diuretici (quali la furosemide).
    La somministrazione concomitante di probenecid non riduce l’eliminazione di ceftriaxone.

     

    4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento



    Gravidanza


    Ceftriaxone attraversa la barriera placentare. I dati sull’uso di ceftriaxone nelle donne in gravidanza sono limitati. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sullo sviluppo embrionale/fetale, perinatale e postnatale (vedere paragrafo 5.3). Ceftriaxone deve essere
    somministrato durante la gravidanza, e in particolare durante il primo trimestre, soltanto se il beneficio supera il rischio.

     

    Allattamento


    Ceftriaxone è escreto nel latte materno a basse concentrazioni, ma alle dosi terapeutiche non si prevedono effetti sui bambini allattati al seno. Il rischio di diarrea e di infezione fungina delle mucose non può tuttavia essere escluso. Deve essere presa in considerazione la possibilità di sensibilizzazione.
    Occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno o se interrompere la terapia con ceftriaxone considerando il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino ed il beneficio della terapia per la madre.

     

    Fertilità


    Dagli studi di riproduzione non sono emersi effetti avversi sulla fertilità maschile o femminile.

     

    4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


    Durante il trattamento con ceftriaxone si possono verificare effetti indesiderati (quali capogiri) che possono incidere sulla capacità di guidare veicoli e usare macchinari (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono esercitare la debita cautela nel guidare o usare macchinari.

     

    4.8 Effetti indesiderati


    Le reazioni avverse riferite con maggior frequenza con ceftriaxone sono eosinofilia, leucopenia,
    trombocitopenia, diarrea, rash e aumento degli enzimi epatici.
    I dati utilizzati per determinare la frequenza delle reazioni avverse associate a ceftriaxone sono stati tratti dagli studi clinici.

     

    Per la classificazione della frequenza ci si è avvalsi della seguente convenzione:


    Molto comune (≥ 1/10);
    Comune (≥ 1/100 - < 1/10);
    Non comune (≥ 1/1000 - < 1/100);
    Raro (≥ 1/10000 - < 1/1000);
    Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

     

    Classificazione
    per sistemi e
    organi

    Comune

    Non comune

    Raro

    Non nota a

    Infezioni ed
    infestazioni

     

    Infezione fungina
    ai genitali.

    Colite
    pseudo membranosa b.

    Superinfezioni b.

    Patologie del
    sistema
    emolinfopoietico

    Eosinofilia.
    Leucopenia.
    Trombocitopenia.

    Granulocitopenia.
    Anemia.
    Coagulopatia.

     

    Anemia
    emolitica b.
    Agranulocitosi.

    Disturbi del
    sistema
    immunitario

     

     

     

    Shock
    anafilattico.
    Reazione
    anafilattica.
    Reazione
    anafilattoide.
    Ipersensibilità b.
    Reazione di
    Jarisch-
    Herxheimer b.

    Patologie del
    sistema nervoso

     

    Cefalea.
    Capogiri.

    Encefalopatia.

    Convulsioni.

    Patologie
    dell’orecchio e
    del labirinto

     

     

     

    Vertigini.

    Patologie
    respiratorie,
    toraciche e
    mediastiniche

     

     

    Broncospasmo.

     

    Patologie
    gastrointestinali

    Diarrea b.
    Feci molli.

    Nausea.
    Vomito.

     

    Pancreatite b.
    Stomatite.
    Glossite.

    Patologie
    epatobiliari

    Aumento degli
    enzimi epatici.

     

     

    Formazione di
    precipitato nella
    colecisti b.
    Kernittero.
    Epatite c.
    Epatite
    colestatica b,c.

    Patologie della
    cute e del tessuto
    sottocutaneo

    Rash.

    Prurito.

    Orticaria.

    Sindrome di
    Stevens-
    Johnson b.
    Necrolisi
    epidermica
    tossica b.
    Eritema
    multiforme.
    Pustolosi
    esantematica
    acuta
    generalizzata
    Reazione da
    farmaco con
    eosinofilia e
    sintomi
    sistemici
    (DRESS) b.

    Patologie renali e
    urinarie

     

     

    Ematuria.
    Glicosuria..

    Oliguria
    Formazione di
    precipitato nei
    reni
    (reversibile).

    Patologie
    sistemiche e
    condizioni
    relative alla sede
    di
    somministrazione

     

    Flebite.
    Dolore nel sito di
    iniezione.
    Piressia.

    Edema.
    Brividi.

     

    Esami
    diagnostici

     

    Aumento della
    creatininemia.

     

    Risultati falsi
    positivi al test di
    Coombs b.
    Risultati falsi
    positivi al test
    della
    galattosemia b.
    Risultati falsi
    positivi nei
    metodi non
    enzimatici per la
    determinazione
    del glucosio b.

     

    a Sulla base delle segnalazioni post-commercializzazione. Poiché tali reazioni sono riferite volontariamente da una popolazione di entità incerta, non è possibile stimarne in modo affidabile la frequenza, che viene pertanto definita "Non nota".
    b Vedere paragrafo 4.4.
    c Di solito reversibile con l’interruzione della somministrazione di ceftriaxone.

     

    Descrizione di una selezione di reazioni avverse



    Infezioni ed infestazioni


    Le segnalazioni di diarrea successiva all’uso di ceftriaxone potrebbero essere associate a Clostridium difficile. In questi casi è necessario somministrare un’adeguata terapia a base di liquidi ed elettroliti (vedere paragrafo 4.4).

     

    Precipitazione del sale di calcio-ceftriaxone


    Raramente sono state riferite reazioni avverse gravi, e in alcuni casi fatali, in neonati pretermine e in nati a termine (di età < 28 giorni) che erano stati trattati con ceftriaxone e calcio per via endovenosa.
    La presenza di precipitazione del sale di calcio-ceftriaxone è stata rilevata post mortem nei polmoni e nei reni. L’elevato rischio di precipitazione nei neonati è una conseguenza del loro basso volume ematico e della maggiore emivita di ceftriaxone rispetto agli adulti (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
    Sono stati segnalati casi di precipitazione di ceftriaxone nel tratto urinario principalmente in bambini trattati con alte dosi (es. > 80 mg/kg/giorno o dosi totali superiori a 10 grammi) e in pazienti con altri fattori di rischio (es. disidratazione, confinamento a letto). Questo evento può essere asintomatico o sintomatico, e può portare a ostruzione ureterale e insufficienza renale acuta post renale solitamente reversibili dopo interruzione del ceftriaxone (vedere paragrafo 4.4).
    È stata osservata precipitazione del sale di calcio-ceftriaxone nella colecisti, principalmente in pazienti trattati con dosi superiori alla dose standard raccomandata. Nei bambini, studi prospettici hanno dimostrato un’incidenza variabile di precipitazione con la somministrazione per via endovenosa; in alcuni studi l’incidenza è risultata superiore al 30%. Tale incidenza sembra essere inferiore somministrando le infusioni lentamente (20-30 minuti). Questo effetto è generalmente asintomatico, ma in casi rari le precipitazioni sono state accompagnate da sintomi clinici, quali dolore, nausea e vomito. In questi casi è raccomandato il trattamento sintomatico. La precipitazione è generalmente reversibile con l’interruzione della somministrazione di ceftriaxone (vedere paragrafo 4.4).

     

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette


    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

     

    4.9 Sovradosaggio


    In caso di sovradosaggio possono manifestarsi i sintomi di nausea, vomito e diarrea. Le concentrazioni di ceftriaxone non possono essere ridotte mediante emodialisi o dialisi peritoneale. Non esiste un antidoto specifico. Il trattamento del sovradosaggio deve essere sintomatico.


    5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE


    5.1 Proprietà farmacodinamiche


    Categoria farmacoterapeutica: antibatterico per uso sistemico, cefalosporine di terza generazione, codice ATC: J01DD04.


    Meccanismo d’azione


    Ceftriaxone inibisce la sintesi della parete cellulare batterica dopo il legame con le proteine leganti la penicillina (PBP). Ciò determina l’interruzione della biosintesi della parete cellulare (peptidoglicano), con conseguente lisi e morte della cellula batterica.

     

    Resistenza


    La resistenza batterica a ceftriaxone potrebbe essere dovuta a uno o più dei seguenti meccanismi:


    • idrolisi da parte delle beta-lattamasi, incluse le beta-lattamasi a spettro esteso (ESBL), carbapenemasi ed enzimi AmpC che potrebbero essere indotti o stabilmente de-repressi in alcune specie batteriche aerobiche Gram-negative;
    • ridotta affinità delle proteine leganti la penicillina per ceftriaxone;
    • impermeabilità della membrana esterna negli organismi Gram-negativi;
    • pompe di efflusso batteriche.

     

    Valori soglia delle analisi di sensibilità


    I valori soglia relativi alla minima concentrazione inibente (MIC) stabiliti dall’EUCAST (Comitato europeo sui test di sensibilità antimicrobica), sono i seguenti:



    Agente patogeno

    Test di diluizione(MIC, mg/l)

    Sensibile

    Resistente

    Enterobatteriacee

    ≤ 1

    > 2

    Staphylococcus spp.

    a.

    a.

    Streptococcus spp.
    (Gruppi A, B, C e G)

    b.

    b.

    Streptococcus pneumoniae

    ≤ 0,5 c

    > 2

    Streptococchi del gruppo
    viridans

    ≤0,5

    >0,5

    Haemophilus influenzae

    ≤ 0,12 c

    > 0,12

    Moraxella catarrhalis

    ≤ 1

    > 2

    Neisseria gonorrhoeae

    ≤ 0,12

    > 0,12

    Neisseria meningitidis

    ≤ 0,12  c

    > 0,12

    Non correlato alla specie

    ≤ 1 d

    > 2

     

    a. La sensibilità è stata dedotta in base alla sensibilità alla cefoxitina.
    b. La sensibilità è stata dedotta in base alla sensibilità alla penicillina.
    c. Gli isolati con una MIC di ceftriaxone superiore alla soglia di sensibilità sono rari e, quando si
    incontrano, devono essere sottoposti a una nuova analisi; in caso di conferma, devono essere inviati a un laboratorio di riferimento.
    d. I valori soglia sono relativi a una dose endovenosa giornaliera di 1 g x 1 e a una dose elevata, pari almeno a 2 g x 1.

     

    Efficacia clinica verso patogeni specifici


    La prevalenza della resistenza acquisita può variare geograficamente e nel tempo per determinate specie e le informazioni locali sulla resistenza sono utili, in particolare quando si devono trattare infezioni gravi. Se necessario, quando la prevalenza locale della resistenza è tale che l’utilità di
    ceftriaxone, almeno in alcuni tipi di infezione, è discutibile, deve essere chiesto il parere di esperti.

     

    Specie comunemente sensibili

     

    Aerobi Gram-positivi:


    Staphylococcus aureus (sensibile alla meticillina)£
    Stafilococchi coagulasi-negativi (sensibili alla meticillina)£
    Streptococcus pyogenes (Gruppo A)
    Streptococcus agalactiae (Gruppo B)
    Streptococcus pneumoniae
    Streptococchi del gruppo viridans

     

    Aerobi Gram-negativi:


    Borrelia burgdorferi
    Haemophilus influenzae
    Haemophilus para-influenzae
    Moraxella catarrhalis
    Neisseria gonorrhoea
    Neisseria meningitidis
    Proteus mirabilis
    Providencia spp.
    Treponema pallidum

     

    Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema

     

    Aerobi Gram-positivi:


    Staphylococcus epidermidis+
    Staphylococcus haemolyticus+
    Staphylococcus hominis+

     

    Aerobi Gram-negativi:


    Citrobacter freundii
    Enterobacter aerogenes
    Enterobacter cloacae
    Escherichia coli%
    Klebsiella pneumoniae%
    Klebsiella oxytoca%
    Morganella morganii
    Proteus vulgaris
    Serratia marcescens

     

    Anaerobi:


    Bacteroides spp.
    Fusobacterium spp.
    Peptostreptococcus spp.
    Clostridium perfringens

     

    Organismi intrinsecamente resistenti

     

    Aerobi Gram-positivi:


    Enterococcus spp.
    Listeria monocytogenes

     

    Aerobi Gram-negativi:


    Acinetobacter baumannii
    Pseudomonas aeruginosa
    Stenotrophomonas maltophilia

     

    Anaerobi:


    Clostridium difficile

     

    Altri:


    Chlamydia spp.
    Chlamydophila spp.
    Mycoplasma spp.
    Legionella spp.
    Ureaplasma urealyticum

     

     

    £ Tutti gli stafilococchi resistenti alla meticillina sono resistenti a ceftriaxone.
    + grado di resistenza > 50% in almeno una regione.
    % Ceppi produttori di ESBL sono sempre resistenti.

     

    5.2 Proprietà farmacocinetiche


    Assorbimento


    Dopo somministrazione di bolo endovenoso di ceftriaxone 500 mg e 1 g, i livelli plasmatici medi di picco di ceftriaxone sono rispettivamente di circa 120 e 200 mg/l. Dopo infusione endovenosa di
    ceftriaxone 500 mg, 1 g e 2 g, i livelli plasmatici di ceftriaxone sono rispettivamente di circa 80, 150 e 250 mg/l.

     

    Distribuzione


    Il volume di distribuzione di ceftriaxone è di 7-12 litri. Concentrazioni ben al di sopra delle minime concentrazioni inibenti dei patogeni più importanti sono rilevabili nei tessuti, tra cui polmoni, cuore, vie biliari/fegato, tonsille, orecchio medio e mucosa nasale, ossa e nel fluido cerebrospinale, pleurico, prostatico e sinoviale. Con la somministrazione ripetuta si osserva un aumento della concentrazione plasmatica media di picco (Cmax) dell’8-15%; lo stato stazionario si raggiunge nella maggior parte dei casi entro 48-72 ore, in funzione della via di somministrazione.

     

    Penetrazione in tessuti particolari


    Ceftriaxone penetra nelle meningi. La penetrazione è maggiore quando le meningi sono infiammate.
    Secondo quanto riferito, le concentrazioni medie di picco di ceftriaxone nel liquido cerebrospinale (CSF) in pazienti con meningite batterica arrivano fino al 25% dei livelli plasmatici, rispetto al 2% dei livelli plasmatici in pazienti con meningi non infiammate. Le concentrazioni di picco di ceftriaxone nel CSF si raggiungono dopo circa 4-6 ore dall’iniezione endovenosa. Ceftriaxone attraversa la barriera placentare ed è escreto nel latte materno a basse concentrazioni (vedere paragrafo 4.6).

     

    Legame proteico


    Ceftriaxone si lega in modo reversibile all’albumina. Il legame con le proteine plasmatiche è del 95% circa a concentrazioni plasmatiche inferiori a 100 mg/l. Tale legame è saturabile e la porzione legata si riduce con l’aumentare della concentrazione (fino all’85% a una concentrazione plasmatica di 300 mg/l).

     

    Biotrasformazione

                         
    Ceftriaxone non è metabolizzato per via sistemica, ma viene convertito nei metaboliti inattivi dalla flora intestinale.

     

    Eliminazione


    La clearance plasmatica di ceftriaxone totale (legato e non legato) è 10-22 ml/min. La clearance renale è 5-12 ml/min. Il 50-60 % di ceftriaxone è escreto in forma immodificata nelle urine, principalmente mediante filtrazione glomerulare, mentre il 40-50 % è escreto in forma immodificata nella bile.
    L’emivita di eliminazione di ceftriaxone totale negli adulti è di circa 8 ore.

     

    Pazienti con alterazione della funzionalità epatica o renale


    In pazienti con disfunzione renale o epatica, la farmacocinetica di ceftriaxone è solo in minima parte alterata, con un’emivita lievemente aumentata (meno di due volte), persino nei pazienti con
    funzionalità renale gravemente compromessa.
    L’aumento relativamente modesto dell’emivita nei soggetti con alterazione della funzionalità renale trova spiegazione nell’aumento compensatorio della clearance non renale, che deriva da una riduzione del legame proteico e da un corrispondente aumento della clearance non renale di ceftriaxone totale.
    In pazienti con alterazione della funzionalità epatica, l’emivita di eliminazione di ceftriaxone non risulta aumentata in virtù di un aumento compensatorio della clearance renale. Questa situazione è dovuta anche a un aumento della frazione plasmatica libera di ceftriaxone, che contribuisce
    all’aumento paradossale osservato della clearance totale del farmaco, con un aumento del volume di distribuzione che eguaglia quello della clearance totale.

     

    Pazienti anziani

    Negli anziani oltre i 75 anni d’età, l’emivita di eliminazione media è due-tre volte maggiore rispetto a quella dei giovani adulti.

     

    Popolazione pediatrica


    L’emivita di ceftriaxone risulta prolungata nei neonati. Dalla nascita ai 14 giorni di vita i livelli di ceftriaxone libero possono aumentare ulteriormente a causa di fattori quali ridotta velocità di filtrazione glomerulare e alterato legame proteico. Nel corso dell’infanzia, l’emivita risulta più bassa rispetto ai neonati o agli adulti.
    La clearance plasmatica e il volume di distribuzione di ceftriaxone totale sono maggiori nei neonati, nei lattanti e nei bambini rispetto a quelli osservati negli adulti.

     

    Linearità/Non linearità


    La farmacocinetica di ceftriaxone non è lineare e tutti i principali parametri farmacocinetici, ad eccezione dell’emivita di eliminazione, sono dose-dipendenti se si considerano le concentrazioni del farmaco totale, e aumentano in modo meno che proporzionale rispetto alla dose. La non linearità è dovuta alla saturazione del legame con le proteine plasmatiche e si osserva pertanto per ceftriaxone plasmatico totale, ma non per ceftriaxone libero (non legato).

     

    Relazione farmacocinetica/farmacodinamica


    Come per altri beta-lattamici, l’indice farmacocinetico-farmacodinamico che dimostra la miglior correlazione con l’efficacia in vivo è la percentuale di tempo dell’intervallo tra le somministrazioni durante il quale la concentrazione non legata si mantiene al di sopra della minima concentrazione inibente (MIC) di ceftriaxone per le singole specie bersaglio (ossia: %T > MIC).

     

    5.3 Dati preclinici di sicurezza


    Evidenze emerse negli studi condotti sugli animali dimostrano che elevate dosi di sale di calcio-ceftriaxone hanno provocato la formazione di concrementi e precipitati nella colecisti di cani e
    scimmie; tale formazione si è dimostrata reversibile. Gli studi condotti sugli animali non hanno prodotto evidenze di tossicità a livello della riproduzione, né genotossicità. Non sono stati condotti studi di carcinogenicità con ceftriaxone.


    6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE


    6.1 Elenco degli eccipienti


    Solvente: acqua per preparazioni iniettabili.

     

    6.2 Incompatibilità


    Sulla base delle segnalazioni riportate in letteratura, ceftriaxone non è compatibile con amsacrina, vancomicina, fluconazolo e aminoglicosidi.
    Le soluzioni contenenti ceftriaxone non devono essere miscelate con altri agenti, né aggiunte ad altri agenti, eccetto quelli riportati al paragrafo 6.6. In particolare, i diluenti contenenti calcio (quali soluzione di Ringer, soluzione di Hartmann) non devono essere utilizzati per ricostituire i flaconcini di ceftriaxone o per diluire ulteriormente un flaconcino ricostituito per la somministrazione endovenosa poiché può formarsi del precipitato. Ceftriaxone non deve essere miscelato né somministrato in concomitanza con soluzioni contenenti calcio, inclusa la nutrizione parenterale totale (vedere paragrafi 4.2, 4.3, 4.4 e 4.8).
    Se è previsto il trattamento con una terapia di combinazione con un altro antibiotico e Rocefin, la somministrazione non deve avvenire attraverso la stessa siringa o nella stessa soluzione di infusione.
    Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

     

    6.3 Periodo di validità


    Flaconcini o fiale non aperti:
    Polvere per soluzione iniettabile: 3 anni.
    Acqua per preparazioni iniettabili: 5 anni.
    La stabilità chimica e fisica durante l’uso del prodotto ricostituito è stata dimostrata per almeno 6 ore a una temperatura uguale o inferiore a 25 °C, oppure 24 ore a una temperatura di 2-8 °C.
    Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non usato immediatamente, il periodo e le condizioni di conservazione prima dell’uso sono responsabilità dell’utilizzatore e non devono superare i tempi indicati sopra per la stabilità chimica e fisica durante l’uso.

     

    6.4 Precauzioni particolari per la conservazione


    Non conservare a temperatura superiore a 30 °C. Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce.
    Per le indicazioni sulla conservazione del medicinale ricostituito, vedere il paragrafo 6.3.

     

    6.5 Natura e contenuto del contenitore


    Rocefin 1 g /10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso


    Flaconcino in vetro di tipo I (Ph. Eur) da 15 ml con tappo in gomma fluorobutilica e capsula in alluminio, contenente una polvere sterile, equivalente a 1 g di ceftriaxone, e una fiala in vetro incolore di tipo I con 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili.
    Confezioni da 1 o 5 flaconcini.
    È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

     

    6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione


    Concentrati per iniezione endovenosa: 100 mg/ml.
    (vedere paragrafo 4.2 per ulteriori informazioni).

     

    Preparazione della soluzione iniettabile


    Si raccomanda di usare soluzioni appena preparate.
    Per le indicazioni sulla conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
    Rocefin non deve essere miscelato con altri farmaci nella stessa siringa.
    Le soluzioni hanno un colore da giallino a giallo brunastro.

     

    Rocefin 1 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso


    Per l’iniezione endovenosa si deve dissolvere 1 g di Rocefin in 10 ml dell’acqua per preparazioni iniettabili fornita. Vedere anche le informazioni al paragrafo 6.2.
    Il volume di spostamento di 1 g di Rocefin è di 0,71 ml in acqua per preparazioni iniettabili.
    Aggiungendo 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili, la concentrazione finale della soluzione ricostituita è pari a 93,37 mg/ml.
    Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.


    7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO


    Roche S.p.A. - Viale G.B. Stucchi 110, 20900 Monza (MB).


    8. NUMERO(I) DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO


    Rocefin 1 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso


    1 flaconcino polvere + 1 fiala solvente da 10 ml AIC n° 025202096.


    9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE


    Rinnovo: giugno 2010.

     

    10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO


    Documento reso disponibile da AIFA il 22/07/2022.


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    Fonte dell'articolo: Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)

    Tutte le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a solo scopo informativo, in nessun caso costituiscono la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata. Come specificato in ogni articolo se si hanno dubbi o quesiti sull'uso di un farmaco è necessario contattare il proprio medico.
    Attenzione: i foglietti illustrativi potrebbero essere incompleti e/o non aggiornati. Per qualsiasi informazione più approfondita sul medicinale consultare il medico.