Tranex -
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RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO
1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
Tranex 250 mg capsule.
Tranex 500 mg capsule.
2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
CAPSULE TRANEX 250 E TRANEX 500
Ogni capsula contiene:
Principio attivo: acido tranexamico, mg 250 e mg 500.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
3. FORMA FARMACEUTICA
Capsula.
4. INFORMAZIONI CLINICHE
4.1 Indicazioni terapeutiche
Profilassi e terapia delle emorragie.
4.2 Posologia e modo di somministrazione
Adulti: a scopo profilattico le dosi giornaliere medie consigliate, salvo adattamenti caso per caso, sono di 0,5-1 g per via orale. Per la terapia di manifestazioni emorragiche in atto le dosi per via orale salgono a 1-3 g in dosi refratte. In casi di particolare gravità ed urgenza, occorre iniziare il trattamento con una fiala di Tranex 500 mg/5 ml soluzione iniettabile iniettata lentamente per via endovena.
Bambini: a scopo profilattico, per ogni chilo di peso corporeo si somministrano giornalmente per via orale da 5 a 10 mg in dosi refratte. A scopo terapeutico le dosi per via orale saranno doppie (da 10 a 20 mg/Kg). Tuttavia i dati sull’efficacia, sulla posologia e sulla sicurezza per queste indicazioni sono limitati. L’efficacia e la sicurezza dell’acido tranexamico nei bambini sottoposti ad interventi chirurgici al cuore non sono state completamente stabilite.
4.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Storia di trombosi venosa o arteriosa.
Condizioni fibrinolitiche conseguenti a coagulopatia da consumo.
Compromissione renale grave.
Storia di convulsioni.
Emorragie endocavitarie.
4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’ impiego
Le indicazioni ed il modo di somministrazione sopra indicati devono essere seguiti rigorosamente:
- in caso di ematuria di origine renale, esiste il rischio di anuria meccanica dovuta a formazione di coagulo ureterale;
- in caso di insufficienza renale che porta ad un rischio di accumulo, il dosaggio di acido tranexamico deve essere ridotto in base al livello di creatinina sierica;
- prima di usare l’acido tranexamico, i fattori di rischio di malattia tromboembolica devono essere esaminati. Nei pazienti con anamnesi di patologie tromboemboliche o in quelli con un’elevata incidenza di eventi tromboembolici nell’anamnesi familiare (pazienti ad alto rischio di trombofilia), l’acido tranexamico deve essere somministrato solo se espressamente indicato dal medico, dopo aver consultato un esperto in emostaseologia e sotto stretta supervisione medica (vedere paragrafo 4.3);
- l'acido tranexamico deve essere somministrato con cautela nei pazienti trattati con contraccettivi orali a causa del rischio di trombosi (vedere paragrafo 4.5).
Tranex deve essere usato con cautela nei soggetti cardiopatici ed epatopatici.
Convulsioni
Sono stati riportati casi di convulsioni in associazione al trattamento con l’acido tranexamico. Negli interventi chirurgici di bypass aortocoronarico (CABG), la maggior parte dei casi si è verificata in seguito a iniezione endovenosa di dosi elevate di acido tranexamico.
Rispettando le dosi minori raccomandate di acido tranexamico, l’incidenza di convulsioni post-operatorie era la stessa dei pazienti non trattati.
Disturbi visivi
Si deve prestare attenzione ai possibili disturbi visivi, tra cui compromissione della visione, visione offuscata, visione alterata dei colori e, se necessario, il trattamento deve essere interrotto. In caso di uso prolungato di acido tranexamico, si raccomandano regolari visite oftalmologiche (esami oculistici compresi acuità visiva, visione dei colori, fondo oculare, campo visivo, ecc). In caso di cambiamenti oftalmologici patologici, in particolare con le patologie della retina, il medico deve decidere, dopo aver consultato uno specialista, sulla necessità di un uso prolungato dell’acido tranexamico in ciascun singolo caso.
Coagulazione intravascolare disseminata
I pazienti con coagulazione intravascolare disseminata (CID) nella maggior parte dei casi non possono essere trattati con l’acido tranexamico (vedere paragrafo 4.3). Se si decide di somministrare l’acido tranexamico, ciò deve avvenire solo nei pazienti in cui vi sia un'attivazione predominante del sistema fibrinolitico con sanguinamento grave acuto. Di norma il profilo ematologico si avvicina a quanto segue: tempo ridotto di lisi del coagulo di euglobulina; tempo di protrombina prolungato; livelli plasmatici ridotti di fibrinogeno, fattori V e VIII, fibrinolisina da plasminogeno e alfa-2 macroglobulina; normali livelli plasmatici del complesso protrombinico, ovvero fattori II (protrombina), VIII e X; livelli plasmatici elevati dei prodotti di degradazione del fibrinogeno; normale conta piastrinica. Quanto sopra descritto presuppone che la patologia di base non modifichi di per sé i vari elementi di tale profilo. In questi casi acuti una singola dose da 1 g di acido tranexamico di solito è sufficiente per controllare il sanguinamento. La somministrazione dell’acido tranexamico nella CID deve essere presa in considerazione solo se sono disponibili adeguate strumentazioni di laboratorio ematologico e in presenza di personale esperto.
Il trattamento profilattico deve iniziare 24 ore prima dell’atto operatorio e continuare fino a 3-4 giorni dopo di esso.
La terapia di emorragie in atto sarà protratta per almeno 24 ore dopo la cessazione delle manifestazioni.
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’ interazione
Non sono stati effettuati studi sulle interazioni tra Tranex ed altri farmaci. Il trattamento concomitante con anticoagulanti può avvenire solo sotto la stretta supervisione di un medico con esperienza in questo campo. I medicinali che agiscono sull’emostasi devono essere somministrati con cautela nei pazienti trattati con l’acido tranexamico. Esiste il rischio teorico di un potenziale aumento di formazione di trombi, come avviene con gli estrogeni. In alternativa, l’azione antifibrinolitica del medicinale può essere antagonizzata con farmaci trombolitici.
4.6 Fertilità, gravidanza e allattamento
Le donne potenzialmente fertili devono usare contraccettivi efficaci durante il trattamento.
Gravidanza
Non esistono sufficienti dati clinici sull’uso dell’acido tranexamico nelle donne in stato di gravidanza. Di conseguenza, anche se studi su animali non riportano effetti teratogeni, come precauzione di impiego, non si raccomanda l’uso dell’acido tranexamico durante il primo trimestre di gravidanza. Dati clinici limitati sull’uso di acido tranexamico in diverse condizioni emorragiche durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza non hanno riportato un effetto deleterio per il feto. L’acido tranexamico può essere usato durante la gravidanza solo se i benefici attesi giustificano il potenziale rischio.
Allattamento
L’acido tranexamico è escreto nel latte materno, perciò l’allattamento non è raccomandato.
Fertilità
Non esistono dati clinici sugli effetti dell’acido tranexamico sulla fertilità.
4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. L’acido tranexamico può provocare disturbi visivi, tra cui visione alterata dei colori, che possono influenzare la capacità di guidare e di utilizzare macchinari.
4.8 Effetti indesiderati
Tabella con l’elenco delle reazioni avverse
Le reazioni avverse segnalate sono inserite nella tabella riportata di seguito e sono elencate in base alla classificazione primaria per sistemi e organi secondo MedDRA. All’interno di ciascuna classe per sistemi ed organi, le reazioni avverse sono classificate per frequenza.
All’interno di ciascuna categoria di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Le categorie di frequenza vengono definite come segue:
molto comune (≥1/10);
comune (≥1/100 <1/10);
non comune (≥1/1000 <1/100);
non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per
|
Frequenza |
Effetti indesiderati |
Patologie della cute e |
Non comune |
Dermatite allergica |
Patologie gastrointestinali |
Comune |
Diarrea |
Patologie del sistema |
Non nota |
Convulsioni, in particolare in caso di uso scorretto (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) |
Patologie dell’occhio |
Non nota |
Disturbi visivi, tra cui visione alterata dei colori |
Patologie vascolari |
Non nota |
Malessere associato a ipotensione con o senza perdita di coscienza (di solito in seguito a un'iniezione |
Disturbi del sistema |
Non nota |
Reazioni di ipersensibilità, inclusa anafilassi |
Patologie renali e |
Non nota |
necrosi corticale |
* Casi di danno renale acuto (compresa necrosi corticale) sono stati riportati con l'uso di acido tranexamico a dosi> 2 g (dosi totali) nel trattamento dell'emorragia postpartum.
In rari casi possono anche aversi senso di affaticamento, irritazione congiuntivale, occlusione renale, pruriti, arrossamenti cutanei, esantemi. In caso di ipersensibilizzazione verso l’acido tranexamico evitare o sospendere la somministrazone ed istituire una terapia adeguata.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
4.9 Sovradosaggio
L’acido tranexamico è stato impiegato in terapia sino a 12 g/die senza inconvenienti.
I segni e i sintomi possono essere vertigine, cefalea, ipotensione e convulsioni. È stato dimostrato che le convulsioni tendono a verificarsi con maggiore frequenza all’aumentare della dose.
La gestione del sovradosaggio deve consistere in una terapia di supporto.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
5.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmaco terapeutica: antiemorragici, antifibrinolitici, codice ATC: B02AA02.
Tranex è una preparazione di acido tranexamico o acido trans-4- (aminometil) cicloesancarbossilico o AMCA, sostanza dotata di spiccata azione antifibrinolitica. In ricerche sia in vitro che in vivo esso
è risultato da 5 a 10 volte più attivo dell’acido epsilon-aminocaproico a seconda del test impiegato.
L’azione antiemorragica dell’acido tranexamico è essenzialmente dovuta ad un’inibizione dell’attivazione del plasminogeno sia nei confronti di attivatori esogeni, come la streptochinasi, che endogeni, come l’urochinasi e l’attivatore tessutale del plasminogeno. Questo fatto è di particolare importanza ai fini dell’impiego clinico di Tranex, perché assicura un’attività antiemorragica con meccanismo antifibrinolitico nelle più diverse condizioni.
5.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Il picco di concentrazione plasmatica dell’acido tranexamico si ottiene immediatamente dopo la somministrazione IV (500 mg). Poi la concentrazione diminuisce fino alla sesta ora. L'emivita di eliminazione è di circa 3 ore.
Distribuzione
L’acido tranexamico viene liberato nel compartimento delle cellule e nel liquido cerebrospinale con ritardo. La distribuzione del volume è di circa il 33% della massa corporea.
Eliminazione
L’acido tranexamico è escreto nelle urine come composto immodificato. Il 90% della dose somministrata è escreta dal rene nelle prime dodici ore dopo la somministrazione (escrezione glomerulare senza riassorbimento tubulare). Le concentrazioni plasmatiche sono aumentate nei pazienti con insufficienza renale.
5.3 Dati preclinici di sicurezza
La tossicità acuta di Tranex è estremamente bassa ed è praticamente inesistente la tossicità cronica.
Nella tossicità acuta la DL50 è di: 3000 mg/Kg nel ratto dopo somministrazione per os.
Nella tossicità subacuta, la somministrazione per os e per 4 giorni di 1/4 della DL50 non ha provocato nel ratto casi letali, ne’ ha evidenziato reperti patologici.
Nella tossicità cronica, la somministrazione per os e per 3 mesi di una dose giornaliera di 500, 2500 e 5000 mg/Kg di acido tranexamico a ratti di razza Sprague Dawley, non ha provocato alterazioni macroscopiche ed istopatologiche del fegato, del cuore, dei polmoni, dei reni. Non hanno inoltre subito modificazioni il peso degli organi, il quadro ematico, le concentrazioni ematiche della creatinina, delle tansaminasi, del glucosio, della fosfatasi alcalina. Inoltre da un test effettuato su due generazioni di animali è emerso che non viene compromessa la capacità di concepimento e di fertilità.
Prove sperimentali eseguite su ratti albini, cani adulti e ratti albini in accrescimento, hanno portato risultati in sintonia con quelli finora evidenziati.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1. Elenco degli eccipienti
Ogni capsula contiene:
Eccipienti: dimeticone, silice precipitata.
(Le capsule in cui è contenuta la specialità hanno la seguente composizione: gelatina 98%, ossido di ferro rosso E172 1,5% titanio biossido E171 0,5%).
6.2 Incompatibilità
Tranex non presenta incompatibilità chimica con altre sostanze eventualmente associate in terapia.
6.3 Periodo di validità
Tranex 250 mg capsule: 5 anniTranex 500mg capsule: 5 anni.
6.4. Precauzioni particolari per la conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
6.5 Natura e contenuto del contenitore
Blister costituito da accoppiata PVC/alluminio.
30 capsule da 250 mg.
30 capsule da 500 mg.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
MALESCI ISTITUTO FARMACOBIOLOGICO SpA Via Lungo l’Ema, 7 - Bagno a Ripoli FI.
Concessionario per la vendita: Istituto Luso Farmaco D’Italia SpA – Milanofiori - Strada 6 - Edificio L - Rozzano (MI).
8. NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
Tranex 250 mg capsule - 30 capsule: A.I.C. n. 022019018.
Tranex 500 mg capsule - 30 capsule: A.I.C. n. 022019020.
9. DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE
Data della prima autorizzazione:
Capsule 250 mg: 21 giugno 1979.
Capsule 500 mg: 30 aprile 1982.
Data del rinnovo più recente: 31 maggio 2010.
10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Documento reso disponibile da AIFA il 11/04/2021.
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Fonte dell'articolo: Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco)